Volantinaggio avanzato

Contributo di  Steve Lambert e Andrew Boyd

Usi comuni

Far arrivare le informazioni importanti nelle mani giuste.

Il volantinaggio è il pane quotidiano di molte azioni di sensibilizzazione. Perlopiù, è anche noioso e inefficace. Quante volte hai preso un volantino solo perché non hai fatto in tempo a nascondere la mano per poi gettalo nel cestino più vicino? Oppure ti interessa davvero quello che c’è scritto e te lo infili in tasca, ma poi non riesci mai a leggerlo perché è un blocco di caratteri minuscoli e indecifrabili. E se questo è ciò che fa una persona impegnata e solidale come te, pensa cosa succede a tutti i volantini che tu dai in giro a quelle persone super stressate che corrono via dall’ufficio.

In poche parole, se fai volantinaggio come al solito, stai sprecando il tempo di ognuno di noi. Hai bisogno di fare volantinaggio avanzato.

Nel volantinaggio avanzato si ammette che, allungando i volantini come robot, potrebbe essere un robot a prenderli. Sì, un vero robot del volantinaggio. Nel 1998, l’Institute for Applied Autonomy costruì “Little Brother”, un piccolo robot di metallo stile anni ’50 volutamente carino, per farlo diventare un panflettista. Durante i test, le persone evitavano un panflettista umano ma cambiavano persino strada per prendere i materiali informativi dal robot.

Rendilo divertente. Rendilo insolito. Rendilo memorabile. Non limitarti a distribuire volantini. Arrampicati sulle spalle di qualcuno e distribuisci volantini da lì, come ha fatto uno degli autori di questo pezzo quando era organizzatore studentesco. (Ha anche provato la stessa tattica facendo autostop, con risultati meno straordinari.) Ci sono più probabilità che l’azionista che sta andando a un incontro di lavoro prenda, legga e ricordi un messaggio personalizzato all’interno del biscotto della fortuna che le hai appena dato, piuttosto che un rettangolo di carta pieno di testo.

Per fare volantinaggio anche l’uso di un po’ di teatralità e di costumi può essere efficace. Negli anni ’80, chi faceva attivismo in opposizione all’intervento militare degli Stati Uniti in America Centrale si vestì da cameriere o cameriera tenendo in mano un vassoio con su una mappa del Centro America su cui erano incollati piccoli soldatini di plastica. Andavano dalle persone per la strada chiedendo: “Scusi, ha ordinato lei questa guerra?” Quando veniva puntualmente risposto di no, presentavano un conto dettagliato che sottolineava i costi e dicendo: “Beh, però l’ha pagata!” Anche se la persona a cui si rivolgevano non prendeva il volantino, avrebbe comunque capito il messaggio.

Il punto è che il volantinaggio non è pessimo come tattica. È ancora un buon modo per dire ai passanti per cosa stai manifestando, perché stai facendo così tanto chiasso all’angolo della strada o perché stai dando fuoco alle auto della polizia. Ma è più probabile che le persone prendano il tuo volantino, lo leggano e si ricordino di cosa parlava se lo fai con stile. O con un gelato

Principio chiave sul lavoro

Uccidili con la gentilezza

’Nuff ha detto: Fare incazzare la gente non farà un favore alla tua causa, quindi non farla incazzare. Disarmali con un po’ di fascino e può darsi che il tuo pubblico abbassi la guardia abbastanza a lungo da ascoltare quello che dici.

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Autori

I genitori di Steve Lambert, un ex monaco francescano e un’ex suora domenicana, gli hanno trasmesso i valori della dedizione, dello studio, della povertà e del servizio agli altri, qualità che lo hanno preparato alla sua vita di artista. Ha co-fondato il Center for Artistic Activism, è stato senior fellow presso l’Eyebeam Center for Art and Technology di New York dal 2006 al 2010, ha sviluppato workshop per la Creative Capital Foundation ed è membro della facoltà presso la School of the Museum of Fine Arts, Boston. Steve è un perpetuo autodidatta che (per quanto importante sia) si è laureato presso una rinomata scuola d’arte e una celebre università statale. Ha abbandonato la scuola superiore nel 1993.

Veterano di lunga data di campagne creative per il cambiamento sociale, Andrew ha guidato la decennale campagna mediatica satirica “Billionaires for Bush” ed è cofondatore di “Other 98%”. È autore di un paio di libri: Daily Afflictions, Life’s Little Deconstruction Book, e, in via di pubblicazione, I Want a Better Catastrophe: Hope, Hopelessness and Climate Reality. Incapace di elaborare la propria eterna ambizione, l’ha copiata da Milan Kundera: “unire la serietà delle domande alla leggerezza della forma”. Puoi trovarlo su andrewboyd.com.

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