contributo di Levana Saxon
“Il teatro non è rivoluzionario: è una prova generale della rivoluzione”
Augusto Boal
In sintesi
Il Teatro dell’Oppresso offre alle persone strumenti per esplorare lotte collettive, analizzare la loro storia e le circostanze presenti, e sperimentare l’invenzione di nuovi futuri insieme.
Le origini:
Ispirandosi a Freire, Brecht e Stanislavskij, Augusto Boal ha sviluppato il TdO nella pratica lungo il corso di tutta la sua carriera, iniziando negli anni cinquanta in Brasile, e successivamente in Argentina, Perù, Ecuador e Francia, in esilio durante il periodo dell dittatura militare.
Il TdO è un arsenale di tecniche teatrali e giochi che intende motivare le persone, rendere nuovamente possibile un dialogo autentico e creare per i partecipanti uno spazio in cui è possibile esercitarsi prima di passare all’azione. Il punto di partenza è l’idea che ognuna/o possiede la capacità di agire nel teatro della propria vita: tutte/i siamo allo stesso tempo attori e spettatori. Siamo “spett-attori!” – un termine coniato da Boal.
Boal sottolinea che quando siamo semplicemente membri passivi del pubblico trasferiamo il nostro desiderio di agire sui personaggi con cui ci identifichiamo, e poi sentiamo soddisfatto quel desiderio nel momento in cui il conflitto si risolve sul palco, nei film o nelle notizie. La catarsi sostituisce l’azione.
Seguendo Brecht, Boal chiama questo “teatro borghese”: esso funziona per riprodurre la visione che del mondo ha l’élite e pacificare gli spettatori. Dice che il teatro borghese è un teatro “finito”; la borghesia già sa com’è il mondo e lo presenta semplicemente sul palco.
Contrariamente al teatro borghese, “il popolo” non sa ancora come sarà il loro mondo. Il loro teatro “autentico” è quindi incompiuto e può offrire lo spazio per provare diversi possibili risultati. Come dice Boal: “Uno sa come inizieranno questi esperimenti ma non come finiranno, perché lo spettatore viene liberato dalle sue catene, e infine agisce, diventando un protagonista.” [1]
Il Teatro dell’Oppresso comprende molte forme, tra cui:
- Teatro Immagine (vedi TATTICA): invita gli spett-attori a formare un quadro formato da persone “congelate” in pose che catturano un momento preciso nel tempo, drammatizzando in questo modo una situazione di oppressione. L’immagine diventa quindi una fonte di riflessione critica, facilitata da vari tipi di interventi: agli spett-attori può essere chiesto di rappresentare un’immagine ideale di liberazione da quell’oppressione e successivamente inventare una sequenza di immagini di transizione necessarie per raggiungerla, o rimodellare un’immagine allo scopo di mostrare prospettive differenti.
- Teatro Forum (vedi TATTICA) è una scena o una breve sequenza che drammatizza una situazione, con un finale terribilmente oppressivo che non può lasciare soddisfatti gli spett-attori. Dopo un’esibizione iniziale, viene mostrato di nuovo: questa volta però gli spett-attori diventano attori-attori, e possono in ogni momento urlare “stop!” e salire sul palco per sostituirsi ai protagonisti e condurre la situazione a sviluppi differenti. Il teatro diventa così uno spazio di prova per l’azione del mondo reale.
- Teatro Legislativo avvicina il teatro forum al governo e chiede agli spett-attori non solo di tentare interventi sul palco, ma di trasformare gli interventi riusciti in suggerimenti per modifiche legislative, consegnandoli ai rappresentanti eletti presenti in sala.
- Teatro Invisibile (vedi TATTICA) è un’opera teatrale che finge di essere realtà, rappresentata in uno spazio pubblico. L’obiettivo è quello di turbare relazioni sociali passive e innescare un dialogo critico tra gli spett-attori, che non scoprono mai di essere parte di una rappresentazione. Augusto Boal ha detto di un intervento di teatro invisibile: “L’attore è diventato lo spettatore dello spettatore che era diventato un attore, quindi la finzione e la realtà erano sovrapposte.” [2]
Un ultimo punto che forse è bene ripetere con forza: i nostri movimenti devono essere più strategici e guidati dalla comunità! Il Teatro dell’Oppresso offre esercizi di sviluppo di strategie basati sull’arte che promuovono la collaborazione e l’impegno guidato dalla comunità. Cosa potrebbe esserci di più fantastico?
1. Boal, Augusto. 2011. Il teatro degli oppressi: teoria e tecnica del teatro. Molfetta: La Meridiana.
2. Intervista a Augusto Boal , Democracy Now! 3 giugno, 2005. https://www.democracynow.org/2005/6/3/famed_brazilian_artist_augusto_boal_on
Further Insights
- International theater of the Oppressed Organization
- Pedagogy and theater of the Oppressed
- Boal, Augusto. Games for Actors and Non-Actors (London: Routledge, 1992).
- Boal, Augusto. Theater of the Oppressed (New York: Theater Communications Group, 1993).
- Friedlandm, Ellie, and Toby Emert, eds. Come Closer: Critical Perspectives on Theater of the Oppressed (New York: Peter Lang Publishing, 2011).
Related Tactics
- Forum theater
- Image theater
- Invisible theater
- Guerrilla theater
- Street theater
- Legislative theater
Related Principles
- Anyone can act
- Praxis makes perfect
- No one wants to watch a drum circle
- Take leadership from the most impacted
- Balance art and message
- We are all leaders
- Use your cultural assets
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Related Practitioners
- Boal, Julian
- Blair, Brent
- Harrison, Cheryl
- Weinburg, Mark
- Weinblatt, Mark
- Gonzales, Rosa
- Bobadilla, Melina
- Chung, Jiwon
- Los Angeles Poverty Department
Autore:
Levana Saxon è un’organizzatrice ed educatrice di Practicing Freedom, che utilizza la ricerca di azioni partecipative, l’educazione popolare e il Teatro dell’Oppresso per generare cambiamenti collaborativi guidati dalle comunità. Negli ultimi diciassette anni ha formato e facilitato migliaia di bambini, giovani e adulti. Tra i gruppi con cui ha lavorato: Istituto Paulo Freire, Rainforest Action Network, Center for Political Education, Ella Baker Center for Human Rights, Youth In Focus, El Teatro Campesino e diverse scuole pubbliche di Oakland. Attualmente co-coordina l’Arts Core dell’associazione di formatrici e formatori Ruckus Society e facilita corsi di formazione e dialoghi con il White Noise Collective (www.conspireforchange.org), che ha co-fondato. Può essere contattata su http://www.practicingfreedom.org.
Immagine
Augusto Boal, 1975. (Cedoc – Funarte)
