Spettacolo etico

Contributo di Stephen Duncombe

La noia è sempre controrivoluzionaria. Sempre

Guy Debord

In sintesi

Per essere politicamente efficaci, gli attivisti devono impegnarsi nella creazione di spettacolo. Rispettando determinati principi, i nostri spettacoli possono essere etici, emancipatori e fedeli alla realtà.

Origini:

Andrew Boyd Stephen Duncombe

Il concetto di spettacolo etico offre un modo di pensare all’uso tattico e strategico di segni, simboli, miti e fantasie per far avanzare obiettivi progressivi e democratici. Introdotto per la prima volta in un articolo del 2004 di Andrew Boyd e Stephen Duncombe e successivamente ampliato nel libro Dream di Duncombe del 2007, le premesse della teoria sono: (1) che la politica è tanto una questione di desiderio e fantasia quanto la ragione e la razionalità, (2) che viviamo in un’epoca intensamente mediata (quella che il situazionista Guy Debord chiamava la Società dello Spettacolo), (3) che per essere politicamente efficaci, gli attivisti devono entrare nel regno dello spettacolo e (4) che interventi spettacolari hanno potenziale per essere sia etici che emancipatori.

Uno spettacolo etico è un’azione simbolica che cerca di spostare la cultura politica verso valori più progressisti. Uno spettacolo etico dovrebbe sforzarsi di essere:

  • Partecipativo: cercare di dar potere ai partecipanti ed agli spettatori allo stesso modo, con gli organizzatori che agiscono come facilitatori.
  • Aperto: essere reattivo e adattivo ai contesti mutevoli e alle idee dei partecipanti.
  • Trasparente: coinvolgere l’immaginazione degli spettatori senza cercare di ingannare o illudere.
  • Realistico: usare la fantasia per illuminare e drammatizzare le dinamiche di potere del mondo reale e le relazioni sociali che altrimenti tendono a rimanere nascoste alla vista.
  • Utopico: celebrare l’impossibile – e quindi contribuire a rendere possibile l’impossibile.

I progressisti tendono a diffidare di tutto ciò che sa di propaganda o di marketing: ecco cosa fa l’altra parte. Noi tendiamo a credere che proclamare la verità nuda sia sufficiente: “Saprete la verità e la verità vi renderà liberi” Ma aspettare che la verità ci liberi è politica pigra. La verità non si rivela solo perché è la verità: deve essere raccontata, e bene. Deve avere delle storie intessute attorno ad essa, opere d’arte fatte al riguardo; deve essere comunicata in modi nuovi e avvincenti che possono essere trasmessi da persona a persona, anche se ciò richiede voli di fantasia e nuove mitologie. Non parliamo di un movimento progressista che inganna o indebolisce il suo messaggio, ma piuttosto che costruisce una propaganda della verità. Questo è il lavoro dello spettacolo etico.

Further Insights

  • Duncombe, Stephen. Dream: Re-Imagining Progressive Politics in an Age of Fantasy. New York: New Press, 2007.
  • Boyd, Andrew, and Stephen Duncombe. “The Manufacture of Dissent: What the Left Can Learn from Las Vegas.” Journal of Aesthetics and Protest 1, no. 3 (2004).

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Autore

Stephen Duncombe insegna storia e politica dei media alla New York University. È autore o editore di sei libri, tra cui “Dream: Re-Imagining Progressive Politics in an Age of Fantasy and the Cultural Resistance Reader”. Duncombe è da sempre un attivista politico, co-fondatore di un’associazione di supporto a livello comunitario nella Lower East Side di Manhattan e lavora come organizzatore per la sezione di New York del gruppo di azione diretta internazionale Reclaim the Streets. Ha co-creato la School for Creative Activism nel 2011 ed è attualmente co-direttore del Center for Artistic Activism http://www.artisticactivism.org.

Immagine

L’unione di due immagini iconiche cattura le tensioni e le contraddizioni dello spettacolo etico.

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