Contributo di Doyle Canning e Patrick Reinsborough
In sintesi
A volte la miglior risposta a un nemico potente è una storia potente.
Per quanto crediamo che gli esseri umani siano soggetti razionali, le cui decisioni sono frutto di una scelta ponderata, le scienze cognitive ci ricordano che siamo animali narrativi che apprendono il mondo attraverso i racconti. Prendiamo decisioni di pancia più che di testa e il più delle volte i fatti da soli non bastano per smuovere l’opinione pubblica. Pertanto, le parti sociali sono costantemente impegnate in una “guerra del racconto” per plasmare l’immagine pubblica.
I media e i sistemi di comunicazione sono intrinsecamente di parte vedi TEORIA: Il modello propagandistico e manovrati da interessi di mercato che hanno sempre maggior spazio nelle trasmissioni, ma ciò non significa che il loro racconto sia più creativo o avvincente. Possiamo bilanciare un po’ il sistema, non solo diventando abili nello storytelling, ma anche pensando in modo narrativo. Prestando attenzione a come storia e potere siano sempre interconnessi fra loro, possiamo capire meglio come funziona il potere politico e dunque come possiamo contestarlo.
Pensare in modo narrativo significa anche usare strategie narrative e ascoltare in modo narrativo. Quando progettiamo azioni e iniziative, dobbiamo abbandonare il nostro punto i vista e analizzare come, invece, il problema è percepito da coloro che la pensano diversamente. (Ricorda, le persone reagiscono di fronte a un racconto, non tanto per la sua veridicità, ma per il suo significato). Consideriamo il nostro pubblico vedi PRINCIPIO, e costruiamo la nostra campagna narrativa partendo dagli elementi portanti di una buona storia. Eccone cinque da tenere a mente:
Conflitto
Qual è il problema o il conflitto da affrontare? Come si inquadra e cosa si lascia fuori?
Protagonisti
Una domanda profonda può essere: Chi siamo “noi”? Chi sono gli altri protagonisti della storia? Sono loro a parlare o parlano altri per loro vedi PRINCIPIO: Ingaggia personaggi che suscitino empatia ?
Immagini
Quali sono le immagini forti che possono aiutarci nella narrazione? C’è una metafora o un’analogia che illustri il problema? Un buon racconto usa le immagini e un linguaggio suggestivo per mostrarci cosa ci sia in gioco, piuttosto che dirci cosa pensare vedi PRINCIPIO: Mostra, non raccontare.
Anticipazione
Come vediamo la risoluzione del conflitto? Qual è la nostra soluzione al problema? Come evocare quella risoluzione tanto desiderata senza in qualche modo svelare il finale? vedi TATTICA: Intervento prefigurato.
Preconcetti
Ogni racconto si basa su preconcetti non esplicitati. A volte, il modo migliore di competere nella narrazione è mettere a nudo e sfidare questi preconcetti vedi PRINCIPIO: Rendi visibile l’invisibile.
In base a tutti questi cinque elementi possiamo analizzare la potenza narrativa di un racconto rispetto ad una narrazione dominante, o montare l’impalcatura per costruire una narrazione del cambiamento vedi TEORIA: Analisi della potenza narrativa. Mentre pianifichiamo le nostre campagne possiamo utilizzare questi elementi anche per ottenere spunti di riflessione su linee di intervento o piani d’azione strategici.
Further Insights
Related Tactics
- Banner hang
- Détournement/Culture jamming
- Creative disruption
- Media-jacking
- Prefigurative intervention
- Inflatables
Related Principles
- Seek common ground
- Show, don’t tell
- Lead with sympathetic characters
- Reframe
- Make the invisible visible
- Consider your audience
- The real action is your target’s reaction
- Recapture the flag
- Use your cultural assets
Related Theories
Related Case Studies
- Whose Tea Party?
- Day care center sit-in
- The Salt March
- Harry Potter Alliance
- Billionaires for Bush
- Pimp My… Carroça!
- World Record for the Number of People Shouting “No Vas a Tener Casa En La Puta Vida”
- Conflict Kitchen
Related Practitioners
- Iraq Veterans Against the War
- Snyder, Mitch
- Sheehan, Cindy Lee Miller
- Ensler, Eve
- Los Angeles Poverty Department
Autore
Doyle Canning è stata colpita per strada da una bomboletta di gas lacrimogeno a Seattle nel 1999 e da allora non è più la stessa. È una stratega creativa impegnata fortemente nella costruzione di ampi movimenti che si battono per la giustizia sociale ed un futuro ecologico. Doyle è co-fondatrice del Center for Story-based Strategy (già noto come smartMeme). Fornisce formazione, coaching, facilitazione e definizione delle reti ad alto impatto che assumono imprese avide, politici corrotti, leggi razziste e politiche inquinanti. Doyle è co-autrice di Re: Imagining Change con Patrick Reinsborough. Vive con suo marito a Boston, dove ama praticare yoga, cucinare e fare musica.
Patrick Reinsborough è uno stratega, organizzatore e provocatore creativo con oltre venti anni di esperienza in campagne per la pace, per la giustizia, per i diritti degli indigeni e per la salute dell’ambiente. Patrick ha contribuito a organizzare innumerevoli interventi creativi e azioni dirette di massa tra cui la mobilitazione che ha interrotto l’incontro dell’OMC a Seattle nel 1999 e quella contro l’invasione dell’Iraq nel 2003 da parte degli Stati Uniti. È autore di numerosi saggi sulla teoria e la pratica del cambiamento sociale, tra cui il testo a cui a collaborato Re: Imagining Change (PM Press 2010). È co-fondatore del Center for Story-based Strategy (già noto come smartMeme), un’organizzazione che sostiene e sfrutta il potere della narrativa per un sostanziale cambiamento sociale. Vive con la sua famiglia nella zona della baia di San Francisco.
Immagine
Fiaba riproposta. Grafica di Kip Lyall.
