La Francia è il paese europeo con il maggior numero di milionari (più di due milioni di persone). Conseguenze: La povertà sta guadagnando terreno, la disoccupazione è molto diffusa, lo Stato viene distrutto, i servizi pubblici utilities diminuiscono. Come uscire da questa spirale?
L’impoverimento delle classi medie e l’immiserimento del popolo non hanno nulla fatale. Il nostro paese non è mai stato così ricco. E’ tempo di fornire i mezzi necessari per condividere il carico di lavoro necessario per ripartire.
Dobbiamo proteggere dalla finanza i lavoratori dipendenti e la produzione in Francia. Rivoluzionando le tasse in modo che tutti paghino, e tutti lo facciano secondo i loro mezzi reali.
Jean-Luc Mélenchon
16 Porre fine al saccheggio economico della Nazione
Il regno dell’oligarchia è anche il saccheggio senza limiti o vergogna di beni pubblici. Infrastrutture, utilities, gioielli industriali o tecnologici, industrie sovrane: quante privatizzazioni a prezzi bassi, collaborazioni abusive, denaro confiscato, persino rubato? L’interesse pubblico deve essere difeso e protetto dai suoi nemici dalla legge e dalla giustizia.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Creare una speciale commissione parlamentare per fare il punto su tutte le privatizzazioni e favori fiscali decisi nel corso degli ultimi tre decenni
- Tornare indietro nei programmi di privatizzazione (aeroporti, autostrade, azionariato pubblico, ecc)
- Stabilire una moratoria sui partenariati pubblico-privato (PPP), abrogare la legislazione attuale e permettere la revisione di quelli in corso
- Istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sul saccheggio economico e industriale degli ultimi anni (abbandono delle aziende strategiche Alstom, Alcatel, EADS …) e permettere l’accusa e la detenzione preventiva dei sospetti
- Perseguire le violazioni degli “elementi essenziali del potenziale scientifico ed economico” che fanno parte degli “interessi fondamentali della Nazione”, ai sensi dell’articolo 410-1 del codice penale
- Rendere effettivo il diritto di requisizione delle imprese di interesse generale da parte dello Stato
17 Stabilire un protezionismo solidale per produrre in Francia
L’economia produttiva e l’occupazione sono sotto attacco. La libera circolazione dei capitali e delle merci all’interno dell’Unione europea e del mondo dà tutto il potere alla finanza contro la produzione, alle multinazionali contro le piccole e medie imprese, agli azionisti contro i salariati. Bilancio: i diritti sociali sono oggetto di ricatto permanente del dumping, l’equilibrio ecologico è disastroso, l’industria è devastata, l’agricoltura nel caos, intere regioni sono condannate. La grande delocalizzazione mondiale deve essere fermata. Dobbiamo rilocalizzare la produzione. Abbiamo bisogno di un protezionismo solidale al servizio dell’interesse generale contro le multinazionali e la globalizzazione finanziaria. La difesa della nostra sovranità industriale è un prerequisito per la fondazione di nuove cooperazioni internazionali. Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Fare l’inventario e la valutazione degli accordi già applicati, per costruire un’altra politica commerciale internazionale basata sulla cooperazione e ispirata alla Carta dell’Avana, permettendo di praticare politiche di tutela dei diritti sociali e dell’occupazione
- Adottare misure di emergenza antidumping sulle industrie strategiche (acciaio, fotovoltaico …), aumentare immediatamente le tariffe di dogana per i paesi con diritti sociali limitati (lavoro minorile, mancanza di diritti sindacali), prendere misure di ritorsione commerciale contro i paradisi fiscali
- Garantire il rispetto delle norme sociali e ambientali per la commercializzazione dei prodotti importati in Francia
- Rivedere il Codice degli appalti pubblici per favorire le imprese dell’economia sociale, i prodotti ed i servizi ecologici, l’attività economica locale
18 Realizzare un piano di rilancio delle attività economiche e dell’occupazione al servizio della transizione ecologica
La biforcazione ecologica e la rivoluzione digitale richiedono ingenti investimenti per modificare i modi di produzione, scambio e consumo. Sarebbe un potente strumento per creare posti di lavoro di qualità e vivere meglio, mentre la disoccupazione ha raggiunto un livello senza precedenti. Nicolas Sarkozy e François Hollande un disoccupato ogni due minuti per dieci anni. Il sistema di produzione francese soffre di sotto-investimento, nonostante i miliardi di euro a disposizione del MEDEF. E le infrastrutture pubbliche, come le ferrovie, sono state abbandonate in silenzio. Un piano di rilancio massiccio è di vitale importanza nel breve termine.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Iniettare 100 miliardi di euro supplementari nell’economia, per investimenti ecologici e socialmente utili
- Girare 41 miliardi l’anno dal patto di responsabilità et dal credito d’imposta per la competitività (2% del PIL ogni anno, 200 miliardi nel corso di un periodo di cinque anni) per finanziare la transizione energetica e le attività socialmente utili
- Rivedere tutti gli aiuti di Stato, le esenzioni fiscali o i contributi alle imprese, valutarne l’efficacia, ed eliminare gli aiuti anti-sociali ed anti-ecologici
- Reindustrializzare il paese attraverso gli investimenti, il ripristino dei piani di filiera per coordinare appaltatori e subappaltatori, clienti e fornitori (ad esempio, SNCF e Alstom per l’industria ferroviaria, ecc), creare centri pubblici conglomerati dell’energia e dei trasporti, difendere le industrie strategiche e ricostruire i conglomerati che combinano più attività
19 Mettere sotto controllo la finanza
La finanza ha travolto l’economia reale nel 2008. Doveva essere il “nemico” del presidente francese uscente. Non è mai andata cosi bene ed il fatturato degli azionisti non è mai stato cosi elevato in Francia. Il nostro paese ha il record europeo nel pagamento di dividendi! Nuove bolle appaiono e minacciano una ancor più terribile esplosione. E ‘tempo di agire!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Separare le banche di investimento da quelle commerciali
- Controllare i movimenti di capitali
- Stabilire una vera e propria tassa sulle transazioni finanziarie
- Vietare le vendite OTC e le cartolarizzazioni, bloccare il leveraggio ed i rendimenti esorbitanti per gli azionisti
- Identificare e proibire i derivati tossici e non necessari alla finanza o per coprire flussi economici effettivi
- Attivare le procedure di recupero di 2,2 miliardi di euro di denaro pubblico concesso senza prova a Societe Generale a seguito della vicenda Kerviel, valutare atti comparabili e perseguire i responsabili di questi abusi
20 Definanziarizzare l’economia reale
La finanza strangola le piccole e medie imprese e le famiglie. Gli azionisti chiedono tassi di rendimento insostenibili ottenuti a scapito dei diritti sociali e dell’apparato produttivo. Impongono la tirannia del breve periodo sul lungo periodo delle attività umane e dell’imperativo ecologico. Dobbiamo riconquistare il potere.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Mettere fine alla quotazione continua delle aziende in Borsa
- Modulare i diritti di voto degli azionisti a seconda dell’effettivo periodo di impegno nella società e riservare il diritto di voto agli azionisti che accettino di avere un periodo di presenza nelle attività dell’impresa
- Modulare l’imposta sul reddito delle società in base all’utilizzo dei benefici per incoraggiare gli investimenti in Francia: un tasso ridotto per i profitti reinvestiti in Francia, un tasso completo per gli utili distribuiti ai soci
- Aumentare la messa a riserva legale (oggi solo il 5% degli utili), che obblighi l’azienda a mantenere al suo interno una parte dei suoi guadagni, piuttosto che distribuirli interamente come dividendi
- Proibire alle aziende di distribuire un ammontare di dividendi maggiore del loro profitto e quindi di prendere soldi in prestito per pagare i dividendi
- Limitare la procedura LBO esclusivamente al recupero delle imprese da parte dei dipendenti ( Leveraged Buy Out , meccanismo finanziario che oggi permette ad alcuni azionisti di razziare una società)
21 Finanziare le piccole e medie imprese e creare occupazione
Ogni giorno le piccole imprese muoiono per la mancanza di sostegno dal parte delle banche. Al contrario, miliardi di euro sono persi senza controllo o controparte industriale, sociale o ecologico. Finanziamo quindi l’economia reale e le PMI , non le multinazionali e gli azionisti!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Creare un polo bancario pubblico, in particolare attraverso la socializzazione delle banche generaliste, per finanziare le aziende ed attuare una politica creditizia basata su criteri sociali ed ecologici
- Concedere una licenza bancaria ad una Banca di Investimenti pubblica nel suo insieme (Gruppo Bpifrance) per consentirle di ottenere finanziamenti dalla Banca Centrale
- Finanziare a tasso zero le PMI da parte del polo bancario pubblico
- Assicurare uno sconto fiscale alle assicurazioni vita ed ai fondi investiti in Francia
- Sorvegliare il subappalto ed estendere la responsabilità giuridica, sociale ed ecologica degli outsourcers
- Creare un fondo di solidarietà tra aziende per condividere il contributo sociale di supporto alle PMI e garantire la solidarietà finanziaria tra appaltatori e subappaltatori. Esso sarà finanziato attraverso un contributo alle aziende su una scala progressiva
22 Proteggere ed espandere l’economia sociale e solidale e l’economia collaborativa
Contro la finanza predatoria e la dittatura degli azionisti, un’altra economia è possibile! Essa esiste già, con centinaia di migliaia di aziende e milioni di posti di lavoro. Deve essere sviluppata e rafforzata. La rivoluzione digitale può essere sfruttata per le nuove attività realmente collaborative. Ma questo non richiede lasciare campo libero alle multinazionali e alle strategie lucrative o di evasione fiscale che prevalgono oggi.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Riconoscere i diritti di opzione ai dipendenti per formare una cooperativa in caso di chiusura o la vendita della loro attività
- Generalizzare l’economia sociale, garantire l’accesso ai finanziamenti e appalti pubblici
- Sovrintendere allo sviluppo di attività legate all’economia di collaborazione per preservare il carattere di condivisione e di utilità sociale contro la privatizzazione, l’evasione fiscale, la concorrenza sleale e per fermare le ubérizzazione delle attività
23 Impedire nelle aziende i licenziamenti promossi dalle Borse per mantenere e sviluppare l’occupazione
Rilanciare l’economia non è sufficiente per creare posti di lavoro, se la logica finanziaria continua a dominare e se gli azionisti continuano ad avere tutti i diritti nella gestione della società. Affinchè l’attività economica crei posti di lavoro, utili dal punto di vista ambientale e sociale, è essenziale dare nuovi diritti ai lavoratori e ai loro rappresentanti nelle aziende.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Vietare i licenziamenti promossi dalle Borse
- Proibire il pagamento di dividendi a società che fanno ricorso a licenziamenti economici
- Concedere il diritto di veto sospensivo ai consigli di fabbrica sui tagli di posti di lavoro, riformare i tribunali commerciali e le procedure di recupero e di liquidazione di aziende per dare più potere ai lavoratori e ai loro rappresentanti, rivedere la procedura giudiziaria di contestazione dei licenziamenti economici in modo che non possano essere efficaci prima del termine dei ricorsi
- Rivedere i ricorsi di licenziamento convenzionale per prevenire i licenziamenti mascherati
- Garantire e rafforzare i poteri dell’Ispettorato del lavoro e degli organismi che rappresentano i lavoratori dipendenti, raddoppiandone gli effettivi per consentirgli di essere più efficaci nel proteggere i posti di lavoro ed i lavoratori nella lotta contro la sofferenza sul lavoro e nell’assistenza legale alle PMI
24 Abrogare la legge El Khomri
Il movimento sociale contro la legge di El Khomri ha mostrato come le lotte sociali e repubblicane siano collegate. La legge di El Khomri mette fine alla gerarchia delle norme sociali. D’ora in poi, un accordo aziendale può essere necessario anche se un accordo di filiale o la legge è più favorevole ai dipendenti. Questo dovrà essere rimosso. Questa è la porta al dumping all’interno della stessa filiale tra le aziende e la regressione di tutti i diritti dei dipendenti. L’accordo aziendale deve prevalere solo se è più favorevole ai dipendenti. Lo stesso vale per l’uguaglianza dei dipendenti e la giustizia tra le aziende. Ripristineremo la gerarchia delle norme sociali e il principio di favore.
25 Sradicare la precarietà, rispettare le professionalità ed i lavoratori
L’85% dei contratti firmati oggi sono contratti precari (contratti temporanei, lavoro temporaneo, ecc.). Senza contare i contratti a tempo parziale, usati quasi esclusivamente da donne, che non consente una paga sufficiente a vivere in dignità. Questa visione usa e getta dei dipendenti svaluta il lavoro, nega le professionalità ed il know-how. È umanamente distruttivo ed economicamente dannoso.
Proponiamo di attuare le seguenti misure:
- Riaffermare in pratica il CDI come norma di contratto di lavoro
- Stabilire una quota massima di contratti precari nelle aziende: non più del 10% dei contratti precari nelle PMI, non più del 5% dei contratti precari nelle grandi aziende
- Facilitare la conversione in contratto di lavoro dipendente degli auto-imprenditori a cliente unico e dei collaboratori esclusivi delle piattaforme cosidette collaborative (Uber …)
- Combattere il part-time forzato che colpisce l’80% delle donne
- Regolarizzare i lavoratori migranti privi di documenti per garantire l’uguaglianza sociale tra i lavoratori
- Regolarizzare tutti i precari delle tre funzioni pubbliche
26 Costruire un nuovo statuto di protezione dei lavoratori: La Previdenza sociale integrale
La precarietà non deve essere fermata solo in caso di emergenza. Deve essere sradicata. La paura del domani distrugge le vite. Sopravvivere non è vivere. Molte proposte sono sul tavolo per costruire una nuova era per la protezione dei lavoratori, dipendenti e autonomi. Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Garantire la continuità dei diritti personali al di fuori del contratto di lavoro (diritto alla formazione, l’anzianità, etc.)
- Assicurare la continuità del reddito in caso di perdita del lavoro o del ritiro dall’attività, come parte di una Previdenza Sociale professionale
- Stabilire il diritto ad un’occupazione da parte dello Stato come datore di lavoro di ultima istanza: se c’è una disoccupazione di lungo periodo, lo Stato deve offrire occupazione ai disoccupati in relazione con la loro qualificazione, per la sua missione di interesse generale. Compensazione di una indennità di disoccupazione continua fino a quando tale impiego è offerto dallo Stato
- Ricostruire il servizio pubblico a identificare chiaramente ogni missione (consulenza e sostegno, la compensazione, l’orientamento e la formazione professionale)
- Dare libertà di artigiani, commercianti, imprenditori, dirigenti d’azienda e auto-imprenditori di aderire al sistema generale della previdenza sociale, piuttosto che piano sociale indipendente ( RSI )
27 Dare ai giovani i mezzi per la loro autonomia
I giovani iniziano la vita con un percorso ad ostacoli: difficoltà a pagare i loro studi per trovare un primo lavoro o l’accesso agli alloggi, etc. Le classi lavoratrici giovani sono le più colpite, ma sono ben lungi dall’essere le uniche colpite. L’autonomia è un diritto, lo Stato deve renderla possibile!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Stabilire una indennità di autonomia dei giovani da 18 a 25 anni, per un periodo di tre anni, soggetta ad una formazione di competenze e basata sulle risorse
- Sostituire i lavori del futuro con un contratto giovanile della durata di cinque anni nel settore non profit e pubblico, con il diritto ad una formazione qualificante in alternanza alla preparazione per un concorso pubblico
28 Ridurre i tempi di lavoro, lavorare meno, lavorare tutti
Perché così tante persone sono esaurite sul posto di lavoro, mentre altri esauriscono se stesse cercando di trovarne uno? Il progresso tecnico e la produttività dei lavoratori francesi aiutano invece a lavorare tutti ed a lavorare meno. La riduzione del tempo di lavoro è un particolarmente rilevante obiettivo storico in questo periodo di rivoluzione tecnologica. Ma è anche la politica più giusta, più efficace e meno costosa contro la disoccupazione.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Generalizzare una 6 °settimana di ferie retribuite per tutti
- Applicare immediatamente le 35 ore:
- Aumentare gli straordinari (25% per le prime 4 ore al 50% e oltre)
- Modificare la flessibilità, l’annualizzazione, l’intensificazione e gli orari frazionati
- Cancellare i giorni a forfait e limitarli ai soli dirigenti
- Cancellare l’allargamento ordinario del lavoro alla domenica
- Convocare una conferenza nazionale sulla divisione del tempo di lavoro e l’impatto del progresso tecnologico, promuovere la transizione alla settimana di quattro giorni per andare alle 32 ore e applicare 32 ore per i dipendenti con lavoro notturno ed in posti di lavoro difficili
- Armonizzare i tempi sociali (giorno / settimana / anno / vita): creare degli uffici del tempo di lavoro con la missione di valutare la sincronia dei tempi sociali stabiliti (concordanza tra orari di lavoro e cura dei bambini, ad esempio) , aiuto nella formulazione di richieste per organizzare la riduzione dei tempi di trasporto lavoro/casa e di borse di scambio di impiego
29 Stabilire un salario massimo autorizzato per i dirigenti d’impresa
La disuguaglianza è esplosa negli ultimi anni. Gli stipendi dei dirigenti di grandi aziende sono arrivati a livelli un pò indecenti. Che cosa fa questa gente per meritare tali stipendi? Non c’è un modo per fare meglio il proprio lavoro a meno? Certo che si può! Gli azionisti hanno dimostrato che non vogliono limitare la remunerazione dei top manager. La legge deve farlo!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Impostare un salario massimo autorizzato a limitare lo scarto da 1 a 20 tra lo stipendio più basso e lo stipendio più alto in una azienda
- Interdire pensioni d’oro e liquidazioni esagerate
- Eliminare le stock option
30 Aumentare gli stipendi
Oggi, un impiegato a salario minimo (SMIC) a malapena guadagna più della soglia di povertà. E ancora, a patto di avere un lavoro a tempo pieno, non a part-time. Questo è inaccettabile. Il lavoro è la fonte di creazione di ricchezza, i lavoratori devono ottenere quanto loro dovuto. La loro dignità e diritto all’esistenza devono essere garantiti. L’aumento del salario minimo è una misura di giustizia sociale. Ma combinato al protezionismo solidale, è anche una misura efficace di recupero ecologico delle attività economiche: permetterà ai lavoratori dipendenti di mangiare prodotti migliori e locali.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Aumentare immediatamente il salario minimo (SMIC) mensile netto del 16%, portandolo a 1.326 euro netto per 35 ore
- Effettuare una rivalutazione degli stipendi dei dipendenti pubblici, congelati dal 2010
31 Ripristinare il diritto di andare in pensione a 60 anni, aumentare le pensioni minime
Hollande si è vantato alla Commissione europea di aver innalzato l’età pensionabile a 66 anni! Infatti, ha convalidato il rinvio dell’età a partire da 62 anni deciso da Nicolas Sarkozy nel 2010. E sono state rese ancora più inaccessibili le condizioni per avere una pensione completa allungando il periodo di contribuzione a quarantatre anni! Al punto che sempre più persone vanno in pensione con una pensione amputata dagli sconti e la mancanza di contributi, a causa della disoccupazione e della precarietà del lavoro. E ‘ingiusto. Eppure c’è il denaro per finanziare il sistema pensionistico, aumentando le pensioni e ripristinando il diritto alla pensione a 60 anni.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Ripristinare il diritto di andare in pensione a 60 anni con tasso pieno, portando il periodo di contribuzione per una pensione completa a quarant’anni
- Rivalutare le pensioni di vecchiaia al livello del livello del salario minimo (smic) per una carriera completa e portare la vecchiaia minima al livello della soglia di povertà
- Garantire sistemi di finanziamento sostenibile delle pensioni di solidarietà, intergenerazionali e per ripartizione, mettendo a contribuzione le entrate finanziarie delle aziende, aumentando il numero di contribuenti e la base contributiva (creazione di occupazione, aumento dei salari , abolizione della precarietà, una maggiore attività delle donne, ecc) e delle loro tariffe, la fine delle esenzioni fiscali per i piani pensionistici a capitalizzazione
32 Punire la disuguaglianza di genere nel mondo delle imprese
La parità tra donne e uomini non è una questione morale. Non è una questione istituzionale o sociale. E ‘principalmente una questione sociale! Oggi, nelle posizioni e qualifiche equivalenti, le donne sono pagate meno degli uomini. E la maternità rimane un rischio per la carriera di molte donne. Questo non va bene. E ‘tempo di agire contro coloro che non vogliono l’uguaglianza!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Estendere a tutte le aziende l’obbligo di adottare un piano o di un accordo aziendale contro la disparità di retribuzione e di carriera tra uomini e donne, oggi limitata a più di 50 dipendenti
- Aumentare le sanzioni pecuniarie e penali nei confronti delle imprese che non rispettano la parità di genere, fino al divieto di accesso agli appalti pubblici
- Rivalutare i mestieri occupati prevalentemente da donne (qualifiche, griglie di stipendio …) ed agire per la parità di accesso a tutta la formazione e tutti i mestieri
- Incoraggiare il congedo parentale della stessa durata tra i genitori
33 Sradicare la povertà
Nove milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà in Francia, o hanno un reddito inferiore a 1000 euro al mese. Centinaia di migliaia di persone che cercano di sopravvivere con appena poche centinaia di euro al mese. Il nostro paese e le nostre città hanno molti senzatetto abbandonati a se stessi, per la mancanza di intervento del governo. Il declino dei servizi pubblici e le precarie condizioni di vita hanno fatto esplodere la povertà. Non possiamo vivere felicemente in un oceano di miseria. La Repubblica deve fermare questo oltraggio!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Creare un piano personalizzato contro la povertà ( PPP ) tenendo conto della situazione delle persone nella loro interezza (reddito, salute, sviluppo della forza lavoro, alloggio, ecc)
- Creare dignità garantita aggiornando il minimo sociale (nessuno deve vivere al di sotto della soglia di povertà)
- Ristrutturare i prestiti di famiglie indebitate e garantire a tutti un accesso effettivo ai servizi bancari di base
- Avere l’obiettivo zero-senzatetto: ad ognuno dovrebbe essere offerto un alloggio di emergenza od un alloggio ed un sostegno economico
- Introdurre la gratuità dell’accesso a quantità di acqua, luce e gas necessarie per una vita dignitosa libera, a partire dal far rispettare il divieto del taglio dell’acqua in caso di morosità e la riduzione del debito nella prima casa
- Lottare contro il non utilizzo di diritti sociali e civili semplificando le procedure e criteri, e il ritiro delle controparti per l’assegnazione del RSA, che dovrà ancora essere finanziato dallo Stato. Mobilitare i volontari nazionali per la registrazione o la ri-registrazione del 100% della popolazione adulta nelle liste elettorali e per verificare i loro diritti sociali
34 Garantire un effettivo diritto alla casa
Ci sono 30.000 bambini senzatetto nel nostro paese. Quasi 1 milione di persone non hanno alloggi personali, 4 milioni sono alloggi inadeguati, 12 milioni sono a rischio di perderlo. Gli affitti salgono nelle principali città. Il libero mercato e gli sconti fiscali non risolveranno il problema, al contrario.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Proibire sfratti senza rialloggio
- Costruire 200.000 unità abitative pubbliche all’anno per cinque anni con standard ecologico
- Implementare una garanzia universale di affitto per facilitare l’accesso alla casa per tutti, attraverso un fondo di solidarietà alimentato dai proprietari di immobili come propone la Confederazione Nazionale deglla Casa
- Avviare un piano di eradicazione di alloggi inadeguati, rinnovamento urbano e rafforzamento delle sanzioni ai comuni troppo deboli nella realizzazione di edilizia sociale
- Imporre alle alte transazioni immobiliari una tassa progressiva
- Sostenere i progetti a favore di abitazioni partecipative e cooperative
35 Rifiutare il ricatto del debito pubblico
Il denaro serve a vivere meglio. La Francia non è mai stata così ricca nella sua storia. Il debito non è un problema. L’importo è abbastanza sopportabile una volta tornato alla sua durata reale: più di sette anni. Ma lo Stato è stato deliberatamente impoverito da agevolazioni fiscali per i ricchi, la finanza e grandi gruppi. Alcuni hanno addirittura vinto due volte: sono stati in grado di prestare allo stato le tasse risparmiate e intascare l’interesse! Questo ricatto e racket devono fermarsi!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Fare un audit cittadino del debito pubblico per determinare la parte illegittima e preparare una riduzione negoziata (pagamenti scaglionati, tassi di interesse più bassi, cancellazione parziale …)
- Riscattare il debito dalla banca centrale
36 Fare la rivoluzione fiscale
I soldi ci sono. Ma sono raccolti da pochi invece di essere messi al servizio dell’interesse pubblico attraverso le tasse. Il sistema fiscale è senza fiato: ingiusto, pieno di nicchie e di buchi come un formaggio svizzero. Deve essere completamente rifondato su basi chiare, leggibili, applicando il principio della progressività, cosicchè più soldi guadagniamo, più si contribuisce al bene pubblico.
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Rifinanziare la tassazione sul reddito attraverso una tassa cittadina che garantisca le entrate dello Stato e quelle della Previdenza sociale, conservando una ripartizione separata
- Tassare i redditi di capitale come il lavoro da una base ampia e unitaria
- Rendere l’imposta sul reddito progressiva con una scala a 14 fascie contro le 5 di oggi: tutti devono pagare e ciascuno secondo le proprie possibilità reali
- Stabilire un reddito massimo consentito: 100% di tasse per la parte superiore a 20 volte il salario medio, o 400.000 euro di fatturato annuo (33.000 al mese)
- Cancellare il quoziente coniugale, il sistema patriarcale che promuove le disparità salariali tra donne e uomini
- Sostituire l’ingiusta corrente imposta basata sul quoziente familiare con un credito di imposta per bambino a famiglia
- Valutare ciascuna delle nicchie fiscali ed eliminare quelle sleali, inefficienti o socialmente dannose per l’ambiente
- Ricostruire l’imposta sulle società a stabilire la parità fiscale tra PMI e grandi gruppi, stabilire una scala progressiva e promuovere gli investimenti piuttosto che la distribuzione dei dividendi
- Rinforzare l’ISF
- Aumentare l’imposta di successione sui grandi patrimoni e creare una eredità massima per le più grandi fortune (pari allo 0,01% dei patrimoni più ricchi, o 33 milioni di euro nel 2012)
- Ridurre l’IVA sui beni di prima necessità, invertendo gli aumenti recenti e reintrodurre una IVA sul lusso per finanziare l’abbassamento dell’IVA sui beni di prima necessità
37 Superare l’evasione e la frode fiscale
La rivoluzione fiscale è possibile solo se facciamo una lotta parallela senza sconti contro gli evasori fiscali. Le frodi e l’evasione fiscale rappresentano un deficit di 80 miliardi di euro per lo Stato! Dovete prendere il denaro dove si trova!
Noi proponiamo di svolgere le seguenti azioni:
- Implementare una tassazione differenziata per sottoporre alla tassazione ogni cittadino francese indipendentemente dal suo paese di residenza
- Richiedere alle aziende di segnalare i propri risultati paese per paese e tassare i profitti delle imprese in cui sono fatti
- Vietare alle banche francesi qualsiasi attività nei paradisi fiscali ritirando le licenze bancarie alle istituzioni recalcitranti
- Agire contro l’evasione fiscale a livello internazionale, tra cui organizzare il blocco dei paradisi fiscali
- Rafforzare gli effettivi ed i mezzi tecnici dell’amministrazione fiscale e le dogane in materia di lotta contro la frode e l’evasione fiscale
