Frigoriferi senza elettricità

Bio Cooler

Il Bio Cooler è il modello più noto di frigo senza corrente. Realizzato da Leo Burnett Colombia, in collaborazione con l’International Centre di fisica di Bogotà, è stato prodotto da Coca Cola. Questo dispositivo ha in tutto e per tutto le sembianze di un mobile, sulla cui parte superiore sono state inserite delle piccole piante. Sono proprio loro che, tramite l’irradiazione solare, favoriscono l’evaporazione dell’acqua utile a far funzionare il frigo. L’acqua evaporata viene infatti raccolta tramite un sistema di specchi e immessa nella parte inferiore del dispositivo. Qui sono presenti alcune lattine pronte ad essere raffreddate. A una temperatura maggiore dell’ambiente corrisponde una maggiore evaporazione dell’acqua. Ne consegue che anche la condensazione degli specchi aumenta e gli alimenti vengono meglio refrigerati. L’obiettivo dei produttori è quello di impiegarlo anche per la conservazione di vaccini e farmaci, affiancando alla tutela dell’ambiente anche quella della salute pubblica.

Freejis

Un altro prototipo di frigo fai da te è stato ideato dall’italiana Caterina Falleni e prende il nome di Freejis. Il termine è l’unione dell’inglese free (disponibile), di friji (che in swahili significa “fresco”) e S, ovvero l’entropia che bene individua il funzionamento del prodotto. A differenza del Bio Cooler, Freejis è stato pensato per frutta e verdura ad uso domestico. Non si serve di energia elettrica e anche in questo caso il sistema di refrigerazione avviene per mezzo dell’evaporazione dell’acqua. Questa è contenuta nell’intercapedine tra un contenitore interno, in alluminio, e uno esterno, in terracotta. Il principio di funzionamento riprende il concetto di evaporative cooling. Un esempio naturale è quello della sudorazione cutanea che permette di abbassare la temperatura corporea.

Freejis, infatti, è formato da una parte esterna in ceramica a pasta porosa che assorbe calore ed energia provenienti dall’irraggiamento solare. Questi vengono poi trasferiti, per conduzione (urti molecolari), a delle microcapsule inserite nell’acqua contenuta nell’intercapedine. In questo modo l’energia termica viene trasformata in energia cinetica, innescando l’evaporazione parziale del liquido. La parte interna, destinata a conservare gli alimenti, cede energia sottoforma di calore per riequilibrare il sistema. Così facendo attiva il raffreddamento del nucleo in cui sono contenuti gli alimenti. La forma esterna, invece, crea l’autoventilazione. Quattro sono le variabili che influenzano il prodotto: umidità relativa, ventilazione, superficie esterna e materiali utilizzati.

Zeer

A inizio secolo il docente nigeriano Mohammed Bah Abba progettò il frigorifero senza energia elettrica nel deserto. Questo congegno gli valse una citazione sul Time, nel 2001, fra le invenzioni dell’anno. Il meccanismo funziona inserendo i recipienti uno dentro l’altro, riempiendo lo spazio restante con sabbia bagnata. Nel momento in cui la sabbia si asciuga, a contatto con l’aria del deserto, il calore nel recipiente interno viene disperso, mantenendo però fresco il contenuto. Questa invenzione spopolò in Africa, con la distribuzione di centinaia di miglia di modelli. Venne inoltre usata anche da Medici Senza Frontiere per conservare farmaci antimalarici destinati ai bambini.

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