di Uriel Fanelli, Kein Pfusch
Gestendo un grosso plesso per le comunicazioni M2M via SMS, ovviamente ho una visione limitata della cosa: i sistemi di m-commerce che useranno, per esempio, CAT-TP (una versione semplificata di TCP/IP) non passeranno da me, quindi non ricevero’ nessuna formazione specifica a riguardo. (design, sicurezza, usecases, troubleshooting , e cosi’ via).
Sul mio plesso stanno per passare 6-7 “propositions”, ovvero ci sono delle piccole “costellazioni” di telco e banche/carte di credito/aziende tecnologiche che costruiscono e testano i loro sistemi.
Considerata la dimensione del plesso in questione, potete considerare che solo nel mondo occidentale probabilmente tra 2013 e 2014 verranno lanciate due dozzine di servizi simili, piu’ asia (che a parte India e Cina il mio plesso non copre), e Africa. (Hai detto niente).
Facendo un passo indietro, m-pesa e’ stato il modello piu’ visibile e testato, dal momento che ha alzato di diversi punti percentuali il PIL di quattro paesi africani ( http://www.keinpfusch.net/2011/12/m-banking.html ) ma d’altro canto ha il “piccolo” difetto di non essere multitenant (lascia fuori tutti gli altri Tier-1) e di cancellare o ridurre al lumicino il sistema bancario locale.
Poiche’ le banche non africane hanno dei pregiudizi verso chi le cancella dal mercato, ma a differenza di quelle africane sono anche i finanziatori delle telco stesse, capite subito perche’ il modello m-pesa, con tutta la comodita’ di essere un modello legacy, non sara’ quello esportato nel mondo occidentale.
I giocatori piu’ grandi e piu’ cruciali in questa gara sono, con grande sorpresa, i produttori di SIM. Forse voi pensate che una SIM o una USIM, o una GUSIM, siano degli oggetti molto passivi, o delle semplici memorie, in realta’ sono piccoli calcolatori programmabili che possono svolgere funzioni molto intelligenti.
Il primo tratto comune in tutti i progetti che vedo, o quasi, e’ l’entrata in gioco della smartcard come componente separato, quasi un terminale a parte: a fare da terminale ATM per i pagamenti di fatto non e’ il cellulare, ma la SIM. Questo non dovrebbe stupirvi se pensate che anche la vostra carta di credito e’ una smartcard, ma la coppia di SIM + Cellulare fa si che la vostra carta di credito possa parlare con altri sistemi, con molta piu’ facilita’.
Questo risponde innanzitutto ad una domanda: perche’ dovrei usare il cellulare come carta di credito? la verita’ e’ che in tutte le soluzioni m-commerce che vedo, il cellulare e’ ATTORNO alla carta di credito, e serve a difenderla. Supponiamo infatti che la carta di credito venga rubata: essa verra’ usata o mossa in giro per il mondo, e non sapete dove sia. E specialmente, la vostra carta di credito non puo’ reagire.
Quando la carta di credito e’ dentro un cellulare, invece, la sua smartcard puo’ fare una cosa interessante: mandare un SMS avvisando cosi’ della propria posizione. Poiche’ la SIM necessita del cellulare e della rete mobile per pagare, ma quando entra in rete riporta la propria posizione e riceve comandi , di fatto non appena vi venisse rubata e’ possibile , a seconda del vendor, eseguire delle azioni.
Alcuni hanno sviluppato sistemi che in seguito alla denuncia mandano un SMS alla SIM, con l’ordine di cancellare ogni modulo installato dalla memoria. Non appena il malvivente mettera’ la SIM in rete per comprare con la vostra carta di credito, arrivera’ l’sms e la SIM cancellera’ le chiavi per gli acquisti. Alcuni fornitori hanno aggiunto – a seconda dei cellulari “in scope” – il rilevamento GPS (in coppia con una app ad hoc) oppure un heratbeat silenzioso, un sms binario inviato (gratis) ogni tot minuti, che dal momento del furto traccia la vostra sim. Il delinquente puo’ evitare il problema solo togliendo la sim dal telefono, il che ne esclude il pagamento.
Lavorare con le SIM ovviamente introduce delle criticita’. Innanzitutto occorre designare dei PIN allo scopo, e di PIN liberi non ce n’erano tanti. Alcuni produttori hanno reagito con sim ad hoc, altri identificando PIN non ancora usati. Purtroppo manca uno standard.
L’altro problema e’ la quantita’ piccola di memoria.
Uno dei vantaggi di tutti questi sistemi e’ quella di consolidare tante smartcard in una. Significa che voi passate dall’avere per esempio VISA, AMEX, Lufthansa Miles And More, EC card, Trenitalia card) ad una sola carta contenuta nel telefono. Questo significa che i vari fornitori di servizi (Lufthansa, Visa, Coop, – sto inventando, sia chiaro) federandosi ad una telco potranno “installare” da remoto la loro carta sulla vostra sim. Insomma, anziche’ darvi una carta di credito installano la carta di credito, o la carta servizi, (o meglio, parte della memoria della smartcard) dentro la SIM.
Qui c’e’ la piu’ completa varieta’ di metodi di installazione: si va da CAT-TP a NFC a TCP-IP , da Bluetooth sino ad SMS , il che richiede una piu’ o meno grande prossimita’ del vostro cellulare. In alcuni casi l’installazione puo’ avvenire da remoto, in altri casi avviene dentro la filiale dell’ente che vi fornisce il servizio. La comodita’ della mobilita’ in un caso viene poi compensata dalla sicurezza fisica dell’altro, e viceversa.
Qui andiamo alla seconda domanda: qual’e’ il secondo motivo per il quale dovrei passare ad un servizio simile?
La risposta e’ che una sola SIM puo’ consolidare da 5-6 a due dozzine ( a seconda di memoria e modello) di smartcard al proprio interno. Quindi, il vostro cellulare , in quasi tutte le implementazioni che vedo , diventa una specie di terminale universale verso tutti i servizi che necessitano di smartcard.
Rimane il tema della sicurezza informatica, ovvero il fatto che – nelle architetture che passano per la rete telefonica – occorre garantire che la SIM non venga raggiunta da un hacker.
In questo senso, la coppia MSC/HLR+VLR funziona piuttosto bene, a patto che i messagi OTA possano venire mandati SOLO da apposite piattaforme, di proprieta’ della telco. IN questo senso, la telco lavora sempre come enabler, nella misura in cui fornisce l’ UNICA piattaforma OTA capace di interagire con la carta di credito telefonica, e qualsiasi altro segnale inviato da qualsiasi altra cosa non potra’ raggiungere la SIM stessa: nel mondo legacy SS7, questa condizione e’ facilmente ottenibile, ove “facilmente” significa che e’ MOLTO piu’ facile che da ottenere che nel mondo TCP/IP.
Queste soluzioni hanno come player principali:
- Banche, Circuiti , in generale fornitori di servizi commerce oggi su smartcard.
- Fornitori di Servizi OTA, e relative piattaforme da integrare nelle reti mobili.
- Fornitori di interfacce tra igli (1) e gli OTA.
- Produttori di SIM sempre piu’ capaci.
- Telco, che ospitano gli OTA, distribuiscono le SIM e forniscono la rete mobile.
Che genere di societa’ avrete, che genere di economia avrete con un bancomat in tasca? Ho visto alcune slides con le “previsioni” di alcune grosse societa’ di consulenza (Goldman Sachs, McKinsey, et al) e devo dire che le idee sono molte e ben confuse, dandomi una sensazione tipo questa:
Altre societa’ di consulenza ci hanno mostrato le loro slides riguardo al possibile forecast di questi servizi (2), ma a parte pochi qualificati che menzionavano dei fatti (cioe’, gente che in passato ha fatto cose simili su larga scala e tenta di capire cosa sia successo) gli altri mi sono sembrati dei futurologi.
Ora, il motivo per cui non ho fatto di questo blog un blog 100% tecnico e’ che ODIO i futurologi. E quindi non voglio diventarlo.
A parte i futurologi, c’era qualcuno che poteva prevedere il successo dei tablet? Certo: Steve Jobs, per esempio. Indubbiamente la sua versione sarebbe stata di parte, e quindi piu’ che di una previsione si sarebbe parlato di visione, ma almeno poteva mostrarvi dei FATTI: “Alla Apple stiamo costruendo iPad e lo metteremo in commercio il tale giorno”. Ok, puo’ avere successo o meno, ma almeno c’e’ un cazzo di FATTO sotto. Quindi, se proprio volessi scegliere un futurologo, sceglierei chi FA le cose. Potra’ sbagliare o meno sul successo, ma almeno ha dalla sua il fatto di star FACENDO delle cose. Ha qualcosa da mostrare.
Ma uno stronzo che passa la vita nei suoi vigneti in california e non sa riparare un interruttore di casa, non deve venirmi a scassare la minchia solo perche’ immagina un mondo cosi’ e cosa’. Ma che cazzo credete, che agli altri manchi l’immaginazione, o che bastino una barba , una pancia e una camicia (pessima persino per gli standard bavaresi) per prevedere il futuro?
Cosi’, deve essere chiaro che – nei limiti degli NDA che firmo – sto descrivendo cose che vedo, in alcuni casi ci sono cose che faccio, ma NON sono un “futurologo”. Posso dirvi come funzionano(3) 6-7 servizi che si integrano da noi (e quindi, ce ne saranno una trentina identici su scala della singola nazione, moltiplicato per gli altri continenti) e che usano le tecnologie che usiamo noi (e quindi lasciamo fuori altre decine di idee) , posso dirvi come la vedono le aziende che ci si stanno buttando, ma se mi chiedete come sara’ il mondo tra dieci anni vi posso dire che PROBABILMENTE, MOLTO PROBABILMENTE ci sara’ una grossa percentuale di m-commerce , ma non e’ che ci vivi con una simile “previsione”. Almeno, io non riesco a farmi pagare per questo.
Forse dovrei coltivare uva in California, o vivere in un faro al largo di Dover, usare camicie orribili, farmi crescere un barbone ed ingrassare moltissimo.
E specialmente, trovare polli disposti a pagarmi per questo.
Nel frattempo, credo che vi dovrete accontentare di quello che scrivo. Non vi parlo di come il vostro cellulare fara’ il download della vostra fidanzata dalla rete, ma cosa volete, il futuro non e’ piu’ quello di una volta.
